L’uccello è nella gabbia
23.01.2017 22:23
L’uccello è nella gabbia,
al tiepido, nella stanza,
fuori fa freddo, è sera
L’uccello si addormenta,
si fa ovale e si addormenta
mentre lo guardo
La stessa luce bassa,
25 watt per tutti e due,
rossastra attraverso il paralume
Devo coprire la gabbia
con un foulard nero, così si fa,
eseguo la sua notte,
le faccio tramontare il paralume
Si sveglia, la testa viene fuori
da sotto l’ala, mi guarda,
scuote le piume
Copro la gabbia
Non l’ho detto: è femmina,
una canarina femmina, nero gialla,
verde, ancestrale,
anche agata gialla brinata, insomma
ha tante eredità sulla livrea
O a me piace scrivere i colori del piumaggio
È rimasta sola, essendo la più giovane
di tre (che erano quattro, tempo fa,
poi tre da un po’ di tempo)
Se hai raccolto un canarino morto,
poi ti sembra
che tutti al mondo muoiano
come canarini
A fine gennaio già puntano il becco
sulla seta che ricopre il corpo
della primavera: bucano la seta,
sfilano fili, la squarciano,
e appare quel colore di carne giovane,
i capezzoli del ciliegio,
le sensibili epidermidi del mandorlo,
i turgidi boccioli di tutto
Quando la primavera arriva
(la primavera, che è provocata dagli animali)
lascerei la gabbia aperta
Ma non si può, si sa, i canarini
liberati muoiono
Qui c’è già una trappola per lei e per me:
dire qualche scemenza sulla libertà
Io non so che dire
Lei, la sua, l’evacua
in un fiotto bicolore
L’uccello è nella gabbia,
al tiepido, nella stanza,
fuori fa freddo, è sera
L’uccello si addormenta,
si fa ovale e si addormenta
mentre lo guardo
La stessa luce bassa,
25 watt per tutti e due,
rossastra attraverso il paralume
Devo coprire la gabbia
con un foulard nero, così si fa,
eseguo la sua notte,
le faccio tramontare il paralume
Si sveglia, la testa viene fuori
da sotto l’ala, mi guarda,
scuote le piume
Copro la gabbia
Non l’ho detto: è femmina,
una canarina femmina, nero gialla,
verde, ancestrale,
anche agata gialla brinata, insomma
ha tante eredità sulla livrea
O a me piace scrivere i colori del piumaggio
È rimasta sola, essendo la più giovane
di tre (che erano quattro, tempo fa,
poi tre da un po’ di tempo)
Se hai raccolto un canarino morto,
poi ti sembra
che tutti al mondo muoiano
come canarini
A fine gennaio già puntano il becco
sulla seta che ricopre il corpo
della primavera: bucano la seta,
sfilano fili, la squarciano,
e appare quel colore di carne giovane,
i capezzoli del ciliegio,
le sensibili epidermidi del mandorlo,
i turgidi boccioli di tutto
Quando la primavera arriva
(la primavera, che è provocata dagli animali)
lascerei la gabbia aperta
Ma non si può, si sa, i canarini
liberati muoiono
Qui c’è già una trappola per lei e per me:
dire qualche scemenza sulla libertà
Io non so che dire
Lei, la sua, l’evacua
in un fiotto bicolore
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Pasquale Panella | Vito Taburno | canarini | canarina | libertà