Cara, ho portato
Cara, ho portato, correndo rischi,
un po’ di scrittura a questi internati
nel mondo della musichetta leggera,
ho portato loro le chiavi per aprire le porte
dall’interno, perché si dessero se non alla libertà
(termine assurdo se non fine assurda) alla fuga,
concedendosi a essa, che ha un corpo così mobile
E questi imbecilli continuano a parlare di che?
Di musichetta, di languorino umano
A furia di far questo mi troverò anch’io ristretto
Ma sempre me ne esco per raggiungerti
Di coloro parlo al maschile? Sì
È insopportabile il pubblico maschile
delle canzoncine
È la mia intolleranza, diciamo così
Ma amo il fisico
scetticismo della donna per la musica
Così, sfuggendo all’ammosciante ascolto
delle note e al raccapricciante chiacchiericcio
circa e intorno la cosa musicale, ti raggiungo
Io non ambisco a un pubblico, ambisco a te
Vito